Shapira Haim - 2019 - Otto lezioni sull'infinito by Shapira Haim

Shapira Haim - 2019 - Otto lezioni sull'infinito by Shapira Haim

autore:Shapira Haim [Shapira Haim]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Science, General
ISBN: 9788893428415
Google: PwmaDwAAQBAJ
Amazon: B07S7GH116
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2019-05-27T22:00:00+00:00


L’apologia di Zenone

Senti, ho paura che tu non abbia capito niente di quello che stavo cercando di spiegarti. Ho dato un’argomentazione molto convincente, dimostrando che Achille non sarà mai in grado di raggiungere la tartaruga se questa si è presa anche il più piccolo vantaggio alla partenza della gara. Stai cercando di dirmi che dopo 2 secondi Achille avrà raggiunto 20 metri dalla linea di avvio e avrà sopravanzato la tartaruga di 8 metri, a soli 12 metri di distanza dalla partenza?

Prima di tutto, non ti ho chiesto di avanzare alcun chiarimento. Ti ho soltanto domandato di segnalare eventuali errori nella mia argomentazione. Tu hai fatto tutt’altro.

In secondo luogo, anche tu non ti sei comportato correttamente; propongo di sintetizzare le nostre due argomentazioni, la mia e la tua. L’unica possibile conclusione che non contraddica alcuna asserzione fatta fino a questo punto è che 2 secondi non potranno mai passare. Lo posso provare in modo incontrovertibile.

Vedi, perché passino 2 secondi, prima deve trascorrere la metà di questo tempo, vale a dire 1 secondo. Ma prima che questo sia avvenuto, dovrà passare metà di quel secondo, e prima ancora metà di quel mezzo secondo (in altre parole, un quarto di secondo), e poi ancora metà del tempo rimanente, e poi ancora e ancora...

Non esiste in terra alcuna eventualità che possa trascorrere un numero infinito di mezzi tempi. Pertanto il tempo non passa e ciò significa pure che non esiste. Tu sei semplicemente troppo immerso nel mondo ingannevole dei sensi.

Ora, bada bene, io non credo nell’atto del leggere (è l’ennesima illusione proposta dal mondo dei sensi), ma a ogni modo una volta ho letto una breve sentenza che pare sensata:

Il tempo non passa,

siamo noi che passiamo. Sì, passiamo.

Non siamo noi a consumare il tempo,

è il tempo che ci consuma.

E già che parliamo di libri, c’è una persona che ne ha scritti non pochi e ne ha letti ancor più di quanti ne abbia scritti e difende brillantemente la mia virtuosa posizione.

Il suo nome è Bertrand Russell, filosofo e matematico inglese. (Sì, mi rendo conto che lui vivrà più di duemila anni dopo che il tempo avrà finito di consumare me, ma...)

Russell è considerato uno dei più grandi pensatori del XX secolo, e ha dato la sua versione del mio famoso paradosso su Achille e la tartaruga (e, tra l’altro, il tempo ha consumato anche Russell). Scrisse la sua variante del mio paradosso nell’articolo «Matematica e metafisica», dove mi ha anche insignito del titolo di «Padre della Filosofia dell’infinito»: un titolo che indubbiamente trovo piuttosto impressionante, nonostante la mia abitudine a dubitare di tutto, compresa la mia capacità di dubitare.

Alcune persone sostengono che la variante di Russell sia più sofisticata della mia, e che non sia altrettanto facile da confutare. Non credo sia corretto confrontare le due versioni: Russell è pervenuto alla sua stando in piedi sulle mie spalle. Ergersi sulle spalle del genitore non rende un bambino più alto di suo padre. Ritengo, comunque, la sua versione (o la mia) non soltanto non facile, ma impossibile da confutare.



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